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Adolescenti come costruttori di significati

La responsabilità con cui ci si avvicina a questo tipo di questione, assumendo il rischio di operare un'ulteriore descrizione, evoca il desiderio di approfondire il senso attribuito al contesto in cui adolescente e adulto interagiscono considerando l'adolescente come colui che si trova in una fase di acuta sensibilità nel ruolo di ricercatore di esperienze e di significati. Lo esprime in modo chiaro un giovane ragazzo che frequenta Mondo teen del Sert di Parma:


“Solo che in un adulto è più semplice, perché c’era stato un “prima della sostanza” che ti permetteva di sapere com’eri prima… noi invece “prima” eravamo bambini, per cui non possiamo riferirci a quello e dobbiamo cercare di trovare altri modi per capire come e chi si è… e non è facile. Perché sei abituato a vivere in un modo con emozioni molto forti e adesso devi cercare di abituarti a vivere in un modo diverso. Dove le emozioni sono meno belle, meno forti. Allora cerchi di apprezzare le piccole cose… un grazie…” (Luca)


Il tentativo di osservare l’adolescente o il giovane adulto, da questo punto di vista, nasce dall’ipotesi in cui la difficoltà nel definirsi si sviluppa all’interno delle innumerevoli strade che il giovane può prendere. In questo tipo di ricerca di semiosi, processo in cui a un’espressione si fa corrispondere un senso, a un significante un significato o viceversa, possono accadere accavallamenti di significanti e di significati che rendono più complessa la corrispondenza di senso tra di essi.

Gli adulti sono spesso preoccupati nello spiegare e nel dare significati a quello che succede, però con tempi propri e modalità proprie. È difficile stare in attesa di un giovane orchestrante che deve ancora decidere quale strumento suonare, non sapendo quale suono si ha, quale suono si vorrebbe avere, quale suono si può avere ma, soprattutto, se si è capaci di suonare. A volte questa ricerca fa poco rumore, altre volte, invece, provoca molta attenzione e preoccupazione per il rumore assordante che provoca.

L’incontro con le sostanze può esaltare questo bisogno di ricerca di senso, lo può far assopire, lo può complessificare o, al contrario, lo può semplificare. Questo, in parte, dipende dal tipo di finestra in cui ci si affaccia ad osservare.

Certo è che è difficile ascoltare questa sofferenza, per un adulto viene più spontaneo attribuire un suono, quello più familiare o quello ideale, e cercare di accelerare o eliminare questo processo di sperimentazione.

In linea con una visione post-moderna, che rivendica la possibilità di una conoscenza priva di fondamenti certi e assoluti, la molteplicità delle prospettive e la costruzione sociale dei saperi - attribuendo un fallimento ad un eccesso di razionalismo, alla fiducia cieca nella scienza e nel progresso cumulativo delle conoscenze – l’adolescente potrebbe provare uno stesso disorientamento che porta alla ricerca di significati da costruire attraverso esperienze concrete nel mondo, nello spazio più incerto, ma più vitale, delle possibilità, e quindi nei contesti in cui è direttamente a contatto: quello scolastico, quello extra-scolastico e quello amicale.

Per attribuire un significato al proprio mondo esperienziale, affinché abbia un senso – il “che cosa vuol dire” - non è necessaria la mera comprensione delle parole e dei simboli, bisogna che sia raccolta l’intenzione che il segno esprime e di cui si fa portatore ma, soprattutto, che quest’ultimo si annunci come “l’essere di qualcosa per qualcuno, come correlato intenzionale di una soggettività conoscente” (Armezzani, 2002, p. 5, corsivo mio). Quindi, solo partendo dall’esperienza vissuta può esserci senso, “se non nella relazione strutturale e primaria che collega la persona al mondo” (ib.).

Per Merleau-Ponty, una condizione necessaria per avvicinarsi alla dimensione del significato è oltrepassare l’ovvietà dei significati già formati. Ci sono parole che sono ormai impregnate e sature di significati, altre quasi reificate, che “a forza di essere ripetute danno l’impressione di avere detto o persino spiegato qualche cosa, quando in realtà, a guardare più da vicino, si tratta soltanto di un’abitudine contratta, di un automatismo la cui portata è solo verbale, come ‘svestita’ (dénudée) del suo senso originario” (Minkowski, 1954, trad.it., p. 183) come la parola <Personalità>, <Doppia diagnosi> o <Intelligente>. Ce ne sono altre, “il cui significato non si rivela che in funzione di situazioni vissute” (ib., p. 195) come <L’Adolescenza>, <La Depressione> o <La Forza d’animo>.

Dare quindi una definizione di Adolescenza, o di Disagio, rappresenterebbe un aggiungere definizioni ad altre. Conviene, quindi, riportare in primo piano la questione della sua possibilità, della tensione conoscitiva che abita le domande genuine, che non accettano le soluzioni garantite e costringono a sperimentarsi, oltre con la storia familiare e col vissuto, anche con le proprie differenze specifiche. Considerando, anche, come la struttura stessa dell’esperienza sia soggettiva e rappresenti l’unico modo che abbiamo per conoscere.

La premessa è, quindi, quella di un diverso atteggiamento conoscitivo che mette al centro dell’interesse, l’interrogazione stessa: “non poter rispondere in modo definitivo e assoluto a una domanda non toglie realtà all’atto del domandare” (Armezzani, ib., p. 9).

L’attenzione, quindi, rivolta all’adolescente, è rivolta al processo di creazione dei significati concentrandosi sui modi in cui questi articolano le descrizioni dei modi di pensare e di sentire il mondo, visto come “le parole che usiamo influenzano i modi di pensare e di sentire il mondo. Viceversa, i modi in cui pensiamo e sentiamo influenzano ciò di cui parliamo. Il modo in cui parliamo è una determinante essenziale del modo in cui siamo al mondo” (Winslade, Drewery, 1997, p. 33).
 
Scheda pratica per "Adolescenti come costruttori di significati"
Note Alessia Ravasini – psicologa, terapeuta della famiglia a contratto per Mondo teen del Ser.T. di Parma e per il Centro di Consulenza e Terapia della famiglia DSM-DP Ausl di Parma
Proprietà dell'articolo
creato: venerdì 17 ottobre 2008
modificato: lunedì 20 ottobre 2008