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La formazione come processo trasformativo e partecipativo

Riflessione finale a conclusione del lavoro di redazione del 2008

Da tutto questo ne discende che il processo diviene significativo e formativo quando il soggetto ha la sensazione di arricchire e riorganizzare la sua esperienza e competenza. E questo passaggio è facilitato se l’operatore è visto al centro del processo come parte attiva. Diversa è la finalità della formazione da un punto di vista funzionale: un sapere ritenuto utile deve essere trasmesso al discente e quindi deve risultare acquisito. L'attenzione ai vissuti e ai processi di interpretazione e ricostruzione personale è scarsa. E' il caso di un sapere tecnico specialistico basato su dati di realtà scarni e su informazioni specifiche (le cosiddette conoscenze dichiarative o procedurali).

In ultima analisi, la qualità di un processo formativo può identificarsi con il riconoscere e l'affrontare la tensione tra le aspettative di funzionalità (certamente utili ma limitate alla loro funzione) e l'attenzione al costruirsi di un'interpretazione e di un'esperienza personale professionale, che evolve sulla base di un rapporto tra il soggetto e i significati che danno senso al suo essere al lavoro in un contesto organizzativo. In questo caso infatti si parla di competenze e risorse psicosociali (legate all'essere e non tanto al sapere o al fare) che definiscono il come e non il che cosa di un agire professionale.

Per la redazione
Gianfranco Bruschi 
Proprietà dell'articolo
creato: lunedì 22 dicembre 2008
modificato: lunedì 22 dicembre 2008